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EARSI

4. 3 La nascita dell’Ente Autonomo

La costituzione della società diventò come abbiamo detto una priorità, in modo che lo studio fosse pronto per l’agosto 1931. L’idea era quella di costituire anche in Ticino una società di tipo cooperativo (come nei casi di Zurigo, Berna e Basilea) con un capitale di fondazione di 50.000 franchi.

I problemi legati alla disponibilità di fondi e alla diffusione degli apparecchi furono ovviamente il primo ostacolo da superare.

Durante la seduta del Gran Consiglio del 21 maggio 1930 il progetto di legge venne rinviato ad una commissione speciale, che ne propose l’accettazione. Il fatto che lo Stato avesse solo il parziale controllo della società e che questa società di tipo cooperativo non facesse conoscere i propri statuti furono i due principali difetti riscontrati e sottoposti a critiche da parte dei membri del legislativo.

Venne dunque proposto un controprogetto. Creare un ente autonomo gestito da un consiglio direttivo composto da 5 membri nominati direttamente dal Consiglio di Stato.

Il progetto in questi termini fu sostanzialmente accettato, ma anche qui le critiche non tardarono ad arrivare. Bisognava sopperire la ridotta partecipazione alle attività radiofoniche degli appassionati radio e dei comuni che sarebbe venuta a crearsi con una presenza così preponderante dello stato.

Dopo poco tempo si decise di aggiungere un paragrafo dove si permetteva che lo stato autorizzasse la partecipazione di società e privati al finanziamento dell’ente autonomo.

Nonostante le proteste dell’URI contro questa appropriazione dello stato nella creazione di un ente radiofonico e del fatto (incontestabile in quel momento) che in quel progetto non venissero nemmeno nominate le quattro vallate di lingua italiana del Canton Grigioni, la proposta così formulata venne accettata il 27 maggio, con la novità dell’aumento dei membri del consiglio direttivo da cinque a nove.

Il 7 luglio 1930 il regolamento dell’Ente Autonomo della Radio Svizzera Italiana (Earsi) fu approvato dal Gran Consiglio. L’ente autonomo per la Radiodiffusione era divenuto realtà.

Per riassumere la questione, lo stato assumeva l’organizzazione del servizio radiofonico avendo alle sue dipendenze l’Earsi, che si occupava dei programmi; il Consiglio direttivo dell’ente era composto da 9 membri ed aveva la gestione pratica dello studio radiofonico e del personale.

I nove membri del consiglio direttivo dell’ente venivano eletti dal consiglio di Stato (inoltre l’associazione dei finanziatori poteva proporre 4 candidati e controllare ogni anno il rapporto del Consiglio direttivo insieme ai conti dell’ente).

A sua volta l’associazione dei finanziatori doveva presentare un rapporto al Consiglio di Stato.

Infine l’associazione dei membri aderenti aveva il diritto di elargire consigli, critiche e proposte nei riguardi dell’andamento della società.

Restava ancora da risolvere la situazione del Canton Grigioni il quale, nonostante la minore proporzione di popolazione italiana, non voleva affatto avere una posizione subordinata al Ticino.

L’accordo arrivò a dicembre del 1930, con una partecipazione finanziaria dei Grigioni (3.000 franchi) e la promessa – ottenuta dal consiglio di stato Ticinese – che quest’ultimo cambiasse le leggi radiofoniche appena varate per fare in modo che il Grigioni avesse una propria rappresentanza nel consiglio direttivo dell’ente autonomo.

 

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